Lilith, la prima moglie di Adamo, è la protagonista del peccato originale

Tutti sanno che nel racconto del peccato originale, narrato nei capitoli 2 e 3 del libro della Genesi, ci sono tre personaggi: Adamo, Eva e il serpente. Ma forse le cose sono un pochino più complesse.

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La tradizione ebraica ha sempre immaginato che, oltre alla prima donna, che comunemente si identifica con Eva, ci fosse un’altra figura femminile, che è stata chiamata Lilith.

Il Dizionario di usi e leggende ebraiche (Alan Unterman, Editori Laterza, 1994), alla voce Lilith scrive:

La prima moglie di Adamo.

Da dove nasce questa credenza se nel testo biblico non viene nominata nessun’altra donna? Per la verità, come vedremo tra poco, le donne nominate sono proprio due…

In Genesi 2,23 Adamo vede la prima donna appena creata da Dio e pronuncia la famosa frase:

Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta.

Intanto alcuni hanno notato che la frase sembra voler alludere a una sorta di primo tentativo andato a male. Infatti Adamo dice «Questa volta…» , come se ci fosse stata una donna precedente che non era osso dalle sua ossa e carne dalla sua carne.

In ogni caso, è questo il passo in cui Adamo, che aveva appena terminato di imporre il nome a tutti gli animali, impone il nome anche alla nuova arrivata: «La si chiamerà donna».

Imporre il nome a qualcosa aveva un significato molto profondo per gli israeliti: il nome rappresentava, in un certo senso, l’essenza di quel qualcosa, la sua vera natura e il suo destino. Marco Sales (La Sacra Bibbia commentata da padre Marco Sales, Volume I, Genesi, Esodo, Levitico, L.I.C.E.T., 1918, pagina 80) spiega a riguardo:

L’autore sacro fa osservare che ogni nome imposto da Adamo è il vero nome, ossia corrisponde perfettamente alla natura dei diversi animali.

Quindi il vero nome della compagna di Adamo è donna. La parola che è stata tradotta nell’italiano donna, in ebraico è issah. Adamo, invece, è la traduzione dell’ebraico adam, che significa uomo. La prima coppia, dunque, non poteva che essere uomo e donna, adamissah.

Ed Eva che fine ha fatto?

Eva viene nominata, per la prima volta, in Genesi 3,20, dopo che è avvenuto il peccato originale:

L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

La parola tradotta in italiano con Eva è hawwah. E ancora una volta è Adamo a imporre il vero nome a Eva. Ma quindi il vero nome di questo personaggio femminile è issah o hawwah? Donna o Eva? Oppure si tratta di due personaggi femminili differenti, uno dei quali potrebbe corrispondere alla famosa Lilith?

Non mi risulta che gli esperti abbiano mai dato troppo peso a questo doppio nome. Chi ha notato la particolarità di una donna con due nomi differenti, ha ipotizzato che il nome cambia in quanto cambia l’essenza della donna in questione: prima del peccato era la donna, tratta dall’uomo; dopo il peccato diventa Eva, la madre di tutti i viventi.

Certo, potrebbe essere una spiegazione valida. Ma alcuni dettagli sembrerebbero avvalorare l’altra opzione, e cioè che gli autori abbiano voluto alludere a due personaggi distinti. Siamo pronti per tuffarci in questa scandalosa interpretazione?

Prima di tutto notiamo che, subito dopo il peccato, Eva diventa la madre di tutti i viventi, come se il peccato c’entrasse qualcosa con la procreazione degli uomini. Uomini? Perché non hanno scritto che Eva fu la madre di tutti gli uomini ma hanno scritto che fu la madre di tutti i viventi? Chi sono questi viventi?

La parola ebraica tradotta con viventi è hay. La Bibbia di Gerusalemme spiega nella nota:

Eva: etimologia popolare: il nome Eva, hawwah, è spiegato con il verbo hayah, «vivere».

La cosa curiosa è che da hayah, vivere, deriva anche il sostantivo hayyah, che significa bestie. Infatti sul sito biblehub.com è scritto che hay, viventi, può essere usato sia per gli uomini, sia per gli animali.

Questo spiegherebbe perché gli autori abbiano scritto che Eva fu la madre di tutti i viventi: perché volevano intendere che fu la madre sia degli uomini, sia delle bestie, e non solo degli uomini. Bestie in che senso? Ci arriviamo.

In Genesi 3,15 si parla per la prima volta di due stirpi:

Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe

In pochi hanno notato il paradosso. La stirpe è la discendenza di una coppia. Se all’epoca c’erano solo un uomo e una donna, com’è possibile ottenere due stirpi differenti? Per generare due stirpi servono, come minimo, tre soggetti. Che i tre soggetti fossero proprio adam, issah e hawwah?

Altro dettaglio importantissimo lo troviamo in Genesi 5,3, dopo che Caino ha ucciso Abele:

Adamo aveva centotrenta anni quando generò un figlio a sua immagine, secondo la sua somiglianza, e lo chiamò Set.

Quando Adamo generò Set, Abele era già morto ma Caino era vivo. Perché gli autori hanno scritto che Adamo generò un solo figlio a sua immagine? Si sono dimenticati di Caino? Avrebbero dovuto scrivere un altro figlio. O più semplicemente, come hanno notato da tempo i rabbini, gli autori volevano scrivere esattamente ciò che hanno scritto e cioè che solo Set era a immagine di Adamo, Caino no.

Ma se così fosse, a immagine di chi era Caino? Chi segue questo blog già saprà la risposta, che ho accennato qui.

Caino non era il figlio del primo uomo adam e della prima donna issah ma del primo uomo adam e di hawwah, che non era una donna, una issah ma una hayyah…

Questo fu il peccato originale commesso da Adamo. E Caino è il figlio di quel peccato, il figlio ibrido di quel peccato.

Ecco quali sono le due stirpi: la discendenza di Set, a immagine di Adamo (che a sua volta era a immagine di Dio) e la discendenza di Caino, che non era a immagine di Adamo e quindi neanche a immagine di Dio. Caino aveva solo la metà del patrimonio genetico del primo uomo mentre l’altra metà lo aveva ereditato da sua madre, una hayyah.

Per questo motivo i discendenti di Set saranno chiamati figli di Dio, mentre i discendenti di Caino saranno i figli dell’uomo o, in ebraico, i figli di adam.

Adamo era un figlio di Dio ma peccò di superbia e tentò di creare una discendenza tutta sua, sostituendosi a Dio. Perciò si accoppiò con una creatura inferiore, una femmina di una specie antropomorfa, generando un figlio ibrido, metà uomo e metà bestia.

In Genesi 6,4 assistiamo all’estinzione per ibridazione della stirpe dei figli di Dio

quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini.

Da quel momento in poi, siamo tutti discendenti di Caino, tutti uomini ibridi. Questo è il peccato originale che si trasmette dai genitori ai figli: un DNA rovinato delle ibridazioni (ibridazioni recentemente riconosciute anche dalla scienza), che è la causa di tutto il male che ci circonda, sia di quello fisico, sia di quello psicologico.

Se questa sintesi semplificata vi ha incuriosito, vi consiglio di leggere il libro L’origine dell’uomo ibrido.