L’ibrido uomo pecora? Non è un ibrido ma una chimera. E forse è peggio

Negli ultimi giorni la notizia è rimbalzata su tutti i giornali: Il Messaggero, il Corriere, Rai News, TGCOM, ANSA, ecc.; tutti hanno scritto la stessa cosa: creato ibrido uomo pecora.

E invece non si tratta di un ibrido. Ma andiamo con ordine.

ibrido uomo pecora

Avvenire, uno dei pochi giornali a non parlare di ibridi, almeno nel titolo, ci spiega:

un’équipe americana ha sviluppato embrioni di pecora contenenti cellule umane, in un rapporto di una a 10mila, allo scopo di far crescere organi compatibili con l’uomo all’interno di animali. L’obiettivo è ottenere una “fabbrica” potenzialmente illimitata di pezzi di ricambio personalizzati e dunque senza pericolo di rigetto.

Dunque l’embrione pecora uomo, che è stato soppresso dopo quattro settimane, era formato da cellule di pecora e cellule umane, in un rapporto di 1 a 10mila. Questo embrione, dunque, non era un ibrido ma una chimera.

Nel mio libro, L’origine dell’uomo ibrido, ho trattato anche l’argomento delle chimere, che gli scienziati studiano da decenni (i primi topi chimera sono stati creati nel 1960), anche se i giornali ne parlano solo quando c’è uno scoop.

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Cerchiamo di capire cos’è un ibrido. L’ibrido più famoso è il mulo, animale che nasce dall’incrocio di un asino con una cavalla. Il mulo, in quanto ibrido, non è né un cavallo, né un asino. Tutte le cellule che compongono il suo corpo contengono lo stesso DNA, che è intermedio rispetto a quello delle specie genitrici.

Nel 1984 è stata creata una chimera capra pecora che riuscì a guadagnarsi la copertina del numero di Nature del 16 febbraio. La chimera, a differenza dell’ibrido, è composta da cellule che hanno due DNA diversi. Nel caso della chimera capra pecora, il rapporto era di 1 a 1, quindi il 50% delle cellule conteneva DNA di capra e l’altro 50% conteneva DNA di pecora.

Quindi l’embrione uomo pecora, che tutti i giornali hanno chiamato ibrido, non è un ibrido ma una chimera, in quanto è composto da cellule che contengono DNA di pecora e cellule che contengono DNA umano. Se fosse stato un ibrido, forse, sarebbe stato più eticamente accettabile in quanto un individuo con un DNA intermedio tra uomo e pecora potrebbe non essere considerato un uomo, esattamente come il mulo non è né un cavallo né un asino.

Invece quell’embrione chimera conteneva cellule 100% umane, con DNA 100% umano. Il Corriere scrive:

Le cellule umane sono colorate in rosso in modo da poterle seguire, sia per individuare la parte totalmente umana sia per visualizzare quelle sparse nell’embrione.

Il rapporto era di 1 a 10mila, certo, ma è ovvio che nei prossimi esperimenti tenteranno di aumentare la percentuale di cellule umane. E se le cellule umane diventassero cellule del cervello?

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